Verona 1 giugno.
Per l’ennesima volta, la sede che condividiamo con Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea e Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti è stata oggetto delle attenzioni di qualche nostalgico con poco talento artistico e la passione per i graffiti brutti.
Si tratta almeno del quarto episodio nel giro dell’ultimo anno e mezzo che vede presa di mira la nostra sede: il furto della bandiera dell’ANPI e due volte quello della targa posta all’ingresso, oltre ad uno striscione offensivo in occasione dell’ultimo Giorno del Ricordo, episodi gravi e ripetuti a cui vanno aggiunti una serie sempre più frequente di provocazioni e tentativi mal riusciti di intimidazione.
Non è difficile capire quali siano le menti e le mani dietro ognuno di questi attacchi. E preoccupa che le organizzazioni di destra, anche in questa crisi, cerchino di alzare la tensione contro il bene comune.
Da parte nostra, non c’è ovviamente nessuna intenzione di cedere a queste vili provocazioni né ne siamo intimiditi. Andiamo avanti, antifascisti sempre e uniti.
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