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ANPI Legnago – 13 novembre 2019: “Il rifiuto della colpa”, Ciclo “Incontri con la STORIA”.

Per il ciclo incontri con la STORIA

mercoledì 13 novembre ore 20.45
sala civica di via Matteotti 4 a Legnago


IL RIFIUTO DELLA COLPA.
I crimini di guerra italiani e la mancata Norimberga italiana

con FILIPPO FOCARDI

professore di storia Contemporanea presso l’università di Padova
Patrocinio del Comune di Legnago, Isers e IVrR

Nel corso degli anni si è consolidata nell’uso pubblico della storia un’immagine del soldato italiano reticente. Diversi storici, già a partire dagli anni Settanta, hanno messo in evidenza la gravità delle azioni commesse sotto le varie occupazioni fasciste, aspetto lasciato spesso in secondo piano negli studi sul fascismo. E quando questo tema è stato sfiorato nel dibattito pubblico, è stato liquidato attraverso l’utilizzo di cliché che sminuivano la portata della responsabilità del fascismo.  Questo problema è stato messo in evidenza di recente da Filippo Focardi, professore ordinario di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e studi internazionali dell’Università di Padova, che ha parlato di «rifiuto collettivo della memoria del ventennio e della guerra fascista». Con il suo libro Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della Seconda guerra mondiale, Laterza 2013, lavoro frutto di una ricerca ventennale, l’autore sottolinea che nel dibattito pubblico ancor oggi si sente il peso di una mancata “Norimberga italiana” e della difficoltà di parlare pubblicamente dei crimini di guerra italiani. C’è infatti in agguato una pericolosa inversione di valori in riferimento alle diverse tragedie nate nei teatri di guerra in cui gli italiani furono impegnati: dalla Russia alla Grecia, dalla Libia al confine orientale. È in questo contesto che la ricerca di Filippo Focardi spicca per l’originalità delle considerazioni che ne emergono: dalla realtà odierna di una destra neofascista che avalla la contrapposizione tra cattivo tedesco e bravo italiano, all’amara considerazione che in Italia è del tutto assente un’etica della responsabilità capace di uscire da una memoria «vittimistica e autocelebrativa». Il lavoro di Filippo Focardi è, in questo senso, un tassello significativo e necessario, portato a termine con una chiarezza espositiva e di sintesi a volte rara, e che aiuta a comprendere le radici di una memoria che sarebbe finalmente necessario lasciasse spazio a riflessioni più responsabili e meno identitarie della nostra storia più recente.

anpi.bassoveronese@gmail.com