Antifascismo, Democrazia, Evento, Evento Aned

27 Gennaio “Senza memoria non c’è futuro”. Prenotazioni viaggio a Mauthausen.

27 GENNAIO:

Sezione Caprino veronese. Anniversario del rastrellamento nazifascista a Vilmezzano, Gaon e Rubiana.

Sezione Monteforte d’Alpone. Cerimonia di riposizionamento delle lapidi restaurate per ricordare i caduti della Resistenza di Monteforte e della Val d’Alpone.

ANPI Verona Comitato Provinciale. Cerimonia al Sacrario del Cimitero Monumentale: Urna contenente le ceneri del  Campo di Mauthausen. A cura di ANED Verona.

ANPI Verona Comitato Provinciale. Cerimonia “Il Monumento vive” in Piazza  Isolo presso  il Monumento “Filo Spinato”. A cura della Comunità Ebraica di Verona.

Con ANED Verona e il Movimento non Violento
3 – 5 Maggio. VIAGGIO DELLA MEMORIA.
DachauMauthausenHartheim

 

ANPI Verona Comitato Provinciale sarà presente con una delegazione. Per dettagli e prenotazione anpiverona@gmail.com.
PROGRAMMA DEL VIAGGIO

Tratto dall’intervento del professor Carlo Saletti in Piazza Isolo il 27 Gennaio 2019:

“Da Pavel Deutsch a Edvard Beneš, presidente della repubblica cecoslovacca, il 28 luglio 1938.

Caro Signor Presidente,
una settimana fa ho saputo che ci sono ancora persone espulse dall’Austria su un imbarcazione sul Danubio. Poiché non ci volevo credere, mi sono recato personalmente sul luogo per accertarmi di questa disgrazia per l’umanità. Dato che due giorni prima della mia visita, Marie Schmolková di Praga si è trovata su questo rimorchiatore, Le mando un estratto dal suo rapporto. La Jewish Agency Hicem a Praga sta cercando di far trasferire queste povere persone chi in America, chi in Palestina e Romania. Gli anziani in parte qui. E in parte in Ungheria. Ma ci vorranno mesi prima che le formalità siano espletate.
La supplico, signor Presidente, di consentire a questa povera gente – se non è possibile fornire loro un visto temporaneo – almeno di alloggiare in un campo sorvegliato. Ospitarli in un campo sorvegliato non creerebbe alcun precedente per il Ministero degli Interni e per quanto riguarda i costi sostenuti, sarà mio compito fare in modo che questi siano coperti dai correligionari di queste persone povere. Nella sua saggezza, signor presidente, sono sicuro che troverà un modo di sottrarre queste persone all’inferno in cui si trovano attualmente.

Relazione di Maria Schmolkowa sulla sua visita agli ebrei espulsi dal Burgenland che vivono in un rimorchiatore ancorato sul Danubio, luglio 1938.

Il 16 aprile di quest’anno gli abitanti ebrei di Kittsee e Pama in Austria sono stati cacciati dalle loro case e derubati di tutti i loro beni e dei loro documenti di identità. Nella notte sono stati portati in una piccola isola sul Danubio, in territorio cecoslovacco. Il 17 aprile, questi profughi scoperti dalla guardia di frontiera cecoslovacca sono stati trasferiti a Bratislava, per essere lo stesso giorno espulsi dalla repubblica cecoslovacca e riportati al confine tedesco. Questa povera gente ha trascorso tre giorni e tre notti su un piccolo appezzamento di terra, situato tra i confini della Cecoslovacchia, l’Ungheria e l’Austria con un freddo pungente, senza riparo e affamati. Alcune di loro, 17 persone, sono riusciti a tornare a Kittsee, dove gli anziani e i bambini sono stati incarcerati in una cantina e gli uomini e le donne sono state costrette a pesanti lavori di pulizia. Queste persone, esauste dopo il lungo girovagare, sono state picchiate e costrette a lavorare finché non sono più state in grado di farlo. Infine sono stati riportate durante la notte e con una marcia di 30 km al confine cecoslovacco. Gli ebrei di Bratislava hanno finalmente trovato una soluzione temporanea. Hanno affittato un rimorchiatore ormeggiato sulla sponda ungherese del Danubio e i 68 profughi – tra cui ci sono braccianti e un commerciante di vino e la cui età va dai 5 anni agli 80 anni – sono stati sistemati lì. Nessuno dei paesi lungo il Danubio ha consentito al rimorchiatore di attraccare. L’Ungheria, nella convinzione che l’organizzazione ebraica organizzi l’emigrazione delle persone all’estero, ha continuato a negare il permesso di entrata. Questi disperati, che nessun paese vuole accettare e a cui ora è stato vietato di restare sul rimorchiatore, per quasi tre mesi hanno vissuto così,  nella speranza di salvarsi.
Ho fatto visita a questi diseredati assieme al signor Schlomo Lipski, il 10 luglio. Abbiamo visto la loro indescrivibile sofferenza spirituale, resa ancor più grave dal disagio causato dalla presenza sull’imbarcazione di numerosi topi e dalle condizioni di esposizione sul ponte al maltempo o al sole soffocante.”
Anche se quattro dei rifugiati più anziani e malati saranno temporaneamente ospitati a Bratislava e dieci delle restanti persone dovrebbero ricevuto i permessi d’ingresso per l’America, il numero dei rifugiati a bordo del rimorchiatore resta comunque di 49 persone.”