25 aprile, Nazionale

Il 25 aprile e i due Salvini, il pensiero di Carlo Smuraglia

L’On. Salvini vuole realizzare, il 25 aprile, a Verona, una grande manifestazione, di gioia (e non solo), alla quale inviterebbe addirittura l’ANPI e il suo Presidente. Non ci sarebbe molto da commentare, su un simile proposito, anche se – pur nella versione ultima – non risulta ben chiaro che cosa vuole celebrare Salvini, che non parla mai di Resistenza, anche se dovrebbe sapere che si tratta di una Festa Nazionale della Liberazione. Noi non abbiamo, comunque, motivo per accettare inviti in questa occasione, visto che siamo noi, in tutta Italia, a organizzare – con altre forze democratiche – da più di settant’anni, una festa popolare che ricorda le pagine più belle della nostra storia. Comunque, quest’ultimo è il Salvini, apparentemente, in veste “buona” e gioiosa, che ha evidentemente dimenticato le precedenti prese di posizione al riguardo. Dalla stampa, anche locale, abbiamo appreso, infatti, che Salvini ha ampiamente spiegato, in precedenza, anche alla radio e alla stampa veronese, che la manifestazione dovrebbe essere dedicata alla “legittima difesa”; tema degnissimo, almeno nei suoi aspetti generali, ma che con la Festa della Liberazione non c’entra nulla. Sembrerebbe, dunque, che ci sia stato un errore di date. Ma in realtà non è così, perché la stessa stampa locale ha riferito, virgolettando, che la scelta del 25 aprile – secondo Salvini – sarebbe stata fatta “per tornare ad appropriarsi di una festa che da anni si è tinta di rosso ed è stata rubata agli italiani da una parte della politica, quella delle bandiere rosse”.

Dunque, non c’entra affatto la legittima difesa; ma è ancora più strabiliante la volontà di far diventare propria una festa che sarebbe stata “rubata” dalla sinistra. Ma dove vive Salvini? A Milano, per fare un esempio, in cui si svolge solitamente la Festa più importante a livello nazionale, hanno parlato, negli ultimi anni, la Presidente della Camera, il Presidente della Repubblica, un ex Presidente della Corte Costituzionale, la Sindaca di Lampedusa; quest’anno parlerà fra gli altri, il Presidente del Senato ed una migrante. Tutti compartecipi di un “furto “a danno di una Festa Nazionale che dovrebbe essere (come è) senza colori, o meglio con tutti i colori salvo il “nero fascista”? Suvvia, si eviti, almeno, di sfiorare il ridicolo. Io non contesto il diritto di Salvini di organizzare manifestazioni per le sue idee politiche o su temi specifici (purché non sappiano di fascismo o di razzismo), ma non vedo perché debba farlo proprio il 25 aprile, Festa nazionale della Liberazione, per di più partendo da tematiche che con quella Festa non c’entrano, proprio perché si tratta di una Festività nazionale e popolare, che assolve alla funzione di tener viva la memoria di pagine splendide della nostra storia, ricordando anche agli smemorati che proprio a quelle pagine devono la libertà di cui oggi godono e di cui sono tenuti a non abusare, se non vogliono collocarsi fuori dalla storia e dallo stesso consesso civile del nostro Paese.

Prof. Carlo Smuraglia