Andrea Paglieri

Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria

Nato a Verona il 17 novembre 1918, fucilato a Bene Vagienna (Cuneo) il 10 agosto 1944, ufficiale di Cavalleria.

Al momento dell’armistizio si portò a Fossano, dove la famiglia si era trasferita dal Veneto e passò subito, col nome di copertura di “Secondo Dottore”, nella file della Resistenza. Dopo aver combattuto nel 2° Settore di pianura, il giovane tenente di Cavalleria, assunse il comando di un Battaglione della 20ª Brigata “Giustizia e Libertà”. Cadde nelle mani dei nazifascisti, a Fossano, il 1° agosto del 1944 e, dopo dieci giorni di torture, morì di fronte al plotone di esecuzione composto dai fascisti di Pavolini.

Per ricordare il valoroso ufficiale, il cui nome era stato assunto della 20ª Brigata “GL”, nel dopoguerra gli sono state intitolate vie a Verona e nel Cuneese, una caserma a Codroipo (Udine), una Sezione dell’ANAC di Verona. Suoi cimeli sono conservati nel Museo storico della Cavalleria a Pinerolo. Sulla casa di Verona, al numero 12 di Piazza Cittadella dove Andrea Paglieri è nato, è stata apposta, auspice l’ANAC, una targa sulla quale è inciso:

IN QUESTA CASA NACQUE
E VISSE LA LUMINOSA GIOVINEZZA INTESSUTA
DI SOGNO DI STUDIO DI UNITÀ FAMILIARE
IL PATRIOTA E MEDAGLIA D’ORO
ANDREA LUIGI PAGLIERI
DOTTORE IN GIURISPRUDENZA E SCIENZE POLITICHE
TENENTE NEI LANCIERI DI NOVARA
QUATTRO VOLTE DECORATO AL VALORE
1° COMANDANTE PARTIGIANO DI FOSSANO
ESEMPIO AI GIOVANI DI FERMEZZA NEL DOVERE E NEL MARTIRIO
ANCORA E PIÙ VIVE NELLA LUCE DI DIO
NEL CIELO D’ITALIA/ NEL CUORE DI CHI LO PIANGE
CON DOLORE E CON ORGOGLIO

Tenente in s.p.e. di Cavalleria, Partigiano combattente

Motivazione

Magnifico ufficiale, fedele alle leggi dell’onore, rifiutava sdegnosamente ogni collaborazione con gli oppressori della Patria e ancora convalescente accorreva volontariamente al suo reparto, opponendosi con le armi all’invasore. Catturato febbricitante dai nazifascisti arditamente evadeva dalla prigione ed organizzava bande partigiane distinguendosi tra i comandanti più audaci. Eletto comandante del Comando militare clandestino della città di Fossano, creava in esso un focolare di patriottica resistenza e restava al suo posto di responsabilità, che non volle abbandonare neppure al sopraggiungere di ingenti forze fasciste. Individuato, arrestato, martoriato con le più inumane sevizie, rivendicava a sé come massimo titolo di merito e d’onore ogni responsabilità. Inutili riuscirono tutti i tentativi per salvarlo. Invano fu proposto uno scambio di prigionieri. Con la bocca squarciata dall’ira nemica per il suo orgoglioso comportamento, veniva trasportato al sacrificio e, a supremo ludibrio che fu per lui apogeo di gloria, fu fatto transitare per le vie della città e passare davanti alla sua casa al cospetto della madre implorante. Rincuorando i suoi due compagni di sacrificio, cadeva da Eroe sotto il piombo del plotone di esecuzione offrendo con le limpide parole: « Muoio di fronte alle mie montagne col cuore rivolto alla mia banda e all’Italia », la nobile vita per la liberazione della Patria. Fulgido esempio di altissimo amor patrio e di sovrumano spirito di sacrificio. Verona, 9 settembre 1943 – Fossano, 9 agosto 1944.