Luciano Dal Cero

Medaglia d’Oro al Valor Militare

Nato a Monteforte d’Alpone (Verona) nel 1915, caduto a Gambellara (Verona) il 29 aprile 1945, produttore cinematografico, Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Giovane cattolico – superata una grave malattia che l’aveva costretto a diplomarsi quando aveva già 23 anni e a ritardare anche la laurea in Scienze economiche e politiche – aveva intrapreso, nel 1943, la conduzione di sale cinematografiche a Roma e la produzione di film a contenuto scientifico rivolti ai ragazzi. Quando i tedeschi occuparono la Capitale, Dal Cero si rifugiò in Vaticano. Poi, entrato in contatto col movimento di resistenza clandestino, riuscì a raggiungere Verona. Qui costituì e animò i primi gruppi partigiani nella Valle d’Alpone, a Soave e a Tregnano. Arrestato dalla polizia fascista e incarcerato agli “Scalzi” di Verona (nella stessa cella di Norberto Bobbio), Dal Cero, approfittando di un ricovero nell’ospedale di Soave, nel luglio del 1944 riesce ad evadere e a riprendere la lotta contro i nazifascisti.

Alcide De Gasperi, allora Presidente del Consiglio, consegnò personalmente la Medaglia alla memoria al padre dell’eroico partigiano, il 26 aprile 1951.

A Dal Cero, a Verona, hanno intitolato un viale. Porta il suo nome, dal 25 aprile 1975, anche l’Istituto tecnico statale di San Bonifacio (VR).

Partigiano combattente

Alla memoria, motivazione

Portava nella lotta di resistenza al tedesco invasore l’entusiasmo della sua giovinezza e della sua anima ardente di patriota organizzando, potenziando e guidando sempre personalmente le formazioni da lui comandate e presso le quali aveva fatto rifulgere le sue doti di capo. Catturato nel corso di un’azione di guerra, per più giorni veniva sottoposto alle più atroci torture perché rivelasse i nomi dei compagni di lotta e l’entità delle forze partigiane, ma nessun nome, nessuna notizia uscì mai dalle sue labbra. Dopo duri mesi di prigionia che compromisero seriamente la sua salute già minata da una grave malattia riusciva, grazie ad un abile stratagemma, ad evadere e da questo momento, riparato in montagna riprendeva la lotta, a capo di una Brigata, con rinnovata fede ed energia. Le radiose giornate dell’insurrezione lo vedevano sempre primo alla testa dei suoi uomini incalzare da presso le forze tedesche in ritirata, sinché colpito a morte cadeva da prode nel nome d’Italia. Verona, settembre 1943 – 29 aprile 1945.