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17 Luglio 2018, 74° Anniversario dell’Assalto al carcere degli Scalzi

In ricordo di Lorenza Moretto.

Agli iscritti ANPI di Verona 

“Quando l’Anpi insiste nella difesa della memoria non è solo per conservare quel patrimonio ideale che ha portato l’Italia a sconfiggere il nazifascismo avviando una nuova stagione di libertà. La verità è che solo ricordando chi siamo stati si può proseguire sulla strada della democrazia. Ed è questo l’insegnamento che non si deve mai dimenticare.” Tratto da http://www.anpi.it/luoghi-di-memoria/

Con queste parole invitiamo a partecipare numerosi.
Oratore ufficiale Dott. Beppe Muraro.

La Segreteria Provinciale ANPI Verona
Alessia Berardinelli

Programma ufficiale:

Oratore ufficiale nel 2017, Olinto Domenichini.
http://www.ivrr.it/2017/09/12/assalto-agli-scalzi-17-luglio-1944-17-luglio-2017-commemorazione-di-olinto-domenichini/

Storia

L’ assalto al carcere degli Scalzi è uno degli episodi più noti e celebrati della storia della resistenza veronese, definito come “L’audace assalto al carcere degli Scalzi” è citato nella motivazione, con la quale, il 5 ottobre 1993, il Presidente della Repubblica ha concesso al Comune di Verona la medaglia d’oro al Valor Militare. Nel 1988 è installata la scultura Cipresso, ad opera di Vittore Bocchetta, nel luogo dove sorgeva il carcere degli Scalzi a ricordo dei giovani che assaltarono il carcere.
Nel luglio del 1944 Giovanni Roveda figura centrale del sindacalismo italiano e bandiera dell’antifascismo – era rinchiuso da circa sei mesi nel carcere degli “Scalzi” di Verona.
Nel suo peregrinare da un carcere all’altro del Nord Italia la sua figura fu costantemente al centro dell’attenzione delle diverse forze antifasciste che in più occasioni tentarono di favorirne la fuga. Finché giunse nel carcere veronese, considerato sicurissimo perché da lì non era mai fuggito nessuno. Il compito di sfatare quel mito fu affidato ad un gruppo di giovani veronesi appartenenti ai Gap cittadini – Gruppi di azione patriottica – : Berto Zampieri, Lorenzo Fava, Emilio Moretto “Bernardino”, Danilo Preto, Vittorio Ugolini, oltre ad Aldo Petacchi, inviato dai vertici del Partito Comunista.
Dopo una serie di tentativi andati a vuoto, l’evasione avvenne il 17 luglio 1944 quando, attorno alle 18.30, i gappisti entrarono nel carcere scaligero, disarmarono le guardie, tagliarono i fili del telefono e portarono fuori dalla prigione Giovanni Roveda. Terribile il succedersi degli eventi: dall’interno del carcere il direttore e le guardie iniziarono a sparare sui gappisti e sulla loro macchina, e a quel fuoco si aggiunse anche quello proveniente dagli spari effettuati dall’esterno. Furono colpiti lo stesso Roveda, Moretto, Fava e Preto i quali ultimi, poi, dovettero, pur in quelle condizioni, scendere dall’automobile che non riusciva ad andare in moto e farla ripartire a spinta sotto il grandinare dei proiettili. Scaricato Roveda a casa di Attilio Dabini, la macchina proseguì verso la periferia, dove Moretto fu costretto ad abbandonarla per andare a cercare soccorso per i suoi compagni gravemente feriti, che lasciò in macchina. Una serie di contrattempi impedì di tornare in tempi brevi: quando giunsero i soccorsi – ormai all’alba del 18 luglio – era già sparita ogni loro traccia.
Preto morì nella sera del 17 luglio, pochi minuti dopo la cattura da parte della Guardia Nazionale Repubblicana.
Fava, invece, catturato e a lungo torturato, riuscì a non parlare per circa un mese ma, nel frattempo, si addossò la responsabilità di una serie di attentati avvenuti nel Veronese, favorendo, in tal modo, la liberazione degli ostaggi che i tedeschi avevano imprigionato per ritorsione. Il 23 agosto Lorenzo Fava fu fucilato e il suo corpo venne portato – anonimo – nel cimitero di Verona. Solo in occasione del primo anniversario di quella liberazione ci si rese conto che il cadavere inumato 11 mesi prima era il suo.
Giovanni Roveda, dopo l’evasione dal carcere, torna a Torino e riprende la lotta per la Liberazione: il 28 aprile 1945 viene nominato dal CLN Sindaco di Torino, mantenendo l’incarico fino al dicembre 1946, in quanto entra a far parte dell’Assemblea Costituente, divenendo poi Senatore. Riprende anche l’attività sindacale arrivando ai vertici della Fiom. Muore all’età di 68 anni, per una flebite causata dalla pallottola che gli era rimasta in corpo.

Bibliografia

ANPI (a cura di), Partigiani veronesi caduti nella lotta di liberazione, Tipografia Pavan, Verona, 1991, p. 41.
Elena Carano, Oltre la soglia. Uccisioni di civili nel Veneto 1943-1945, Cleup, Padova, 2007, pp. 169-171.
Vittorio Fainelli, Taccuino, in Dean G. (a cura di), Scritti e documenti della resistenza veronese, Cortella Industria Poligrafica, Verona, 1982, p. 98.
Berto Perotti, Assalto agli Scalzi, in Zangarini M. (a cura di), Assalto al carcere. La storia e il racconto della liberazione di Giovanni Roveda dal carcere veronese “degli Scalzi”, Cierre, Verona, 1995.
Lorenzo Rocca, Verona repubblichina, Cierre, Verona, 1996, p. 99.
Maurizio Zangarini, Storia della Resistenza veronese, Cierre, Verona, 2012, pp. 248-268.

Sitografia

http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=13433
http://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Fava
http://www.anpi.it/donne-e-uomini/lorenzo-fava

Fonti

http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/VERONA,%2023.08.1944.pdf
http://www.ivrr.it/
http://www.deportati.it